Elinor Goldschmied (1910- 2009)
Elinor Goldschmied é considerata una delle principali esperte europee dei servizi per l’infanzia, per lungo tempo ha svolto interventi formativi nei nidi italiani.
La sua crescita professionale si intreccia con le vicende storiche del suo tempo. Dopo aver frequentato il corso di Assistente sociale in psichiatria, a Londra, l’inizio della Seconda Guerra Mondiale la vede impegnata nell’organizzazione di luoghi di accoglienza per i bambini sfollati e per quelli traumatizzati dagli eventi bellici. Questa esperienza, condotta in situazioni limite, condizionerà il suo impegno e la sua attività futura. Ha lavorato a Londra, (dove ha vissuto soprattutto l’ultimo periodo della sua vita), in Spagna e in molte città italiane nella formazione delle operatrici dei nidi. In Italia, per molti anni ha anche diretto il nido del “Villaggio della Madre e del Fanciullo” di Milano.
Gli adulti hanno un ruolo basilare nella formazione del comportamento del bambino, ma possono decidere di svolgerlo assumendo un atteggiamento autoritario o di cooperazione.
Secondo Goldschmied il secondo atteggiamento é di gran lunga il più efficace, in quanto genera minori conflitti e sofferenze; attraverso l’atteggiamento di negoziazione l’adulto può aiutare anche i bambini a negoziare tra loro.
Un altro aspetto nel suo operato riguarda l’importanza data al gioco; benché questo sia solo uno degli elementi che determinano la crescita di un bambino, assume un ruolo particolare all’interno delle strutture per l’infanzia dove i bambini trascorrono molte ore al giorno. Da qui deriva l’importanza della scelta di quali giochi offrire, visto che non tutti i giochi sono uguali; é giusto creare situazioni nelle quali i bambini sono più propensi a scegliere certe attività piuttosto che altre, incoraggiarli fare giochi complessi e di concentrazione piuttosto che disperdersi da una cosa all’altra.
Più ancora del gioco però é la risposta emozionale ai bisogni dei bambini ad essere importante; la Goldschmied dà grande peso ai legami affettivi che nascono tra ogni bambino e gli adulti, e al dolore causato da una loro rottura o assenza; questo sentire, che affonda le sue origini negli studi del tempo (gli stessi a cui si erano ispirate Emmi Pikler e Maria Montessori) sugli effetti delle relazioni di attaccamento e di perdita, é il fondamento del sistema della “educatrice di riferimento” all’interno dei nidi, pensato per favorire una relazione specifica tra un bambino, la sua famiglia e un’educatrice in particolare.
Il bambino, lontano dalla madre, ha bisogno di creare relazioni sicure e stabili con una persona che si prende cura di lui; la familiarità consente al bambino un miglior sviluppo linguistico e cognitivo e una migliore qualità sociale.